Appreso
dell’esistenza e delle specifiche finalità della
fondazione “Nuovo Mezzogiorno”, ho ritenuto opportuno
condividere con i suoi soci, ma anche con chiunque,
trovandosi interessato, si trovi a navigare tra le
pagine di questo sito, una riflessione su un tema
decisamente attuale ed a me particolarmente caro: cioè a
dire l’informazione.
Da anni, ormai, prima di iniziare
la mia giornata lavorativa, sono solito fare un “giro”,
mi si passi l’espressione, tra le pagine dei maggiori
quotidiani italiani, allo scopo di conoscere i fatti più
salienti del giorno, meritevoli degli onori della
cronaca.
Questa mia personalissima rassegna stampa, trovava
una volta la propria ragion d’essere nella curiosità di
scorgere i differenti “tagli” dati alle notizie dai
direttori delle varie testate giornalistiche: un mero e
fine a sé stesso studio dei diversi “colori” della
stampa.
Col tempo, però, quello che era un semplice esercizio
informativo si è trasformato in un’esigenza, a causa
della crescente pochezza e superficialità adottate dalla
stampa quale sistema di lavoro: l’esigenza, cioè, di
mettere insieme le notizie di questo o quel quotidiano,
recuperandone quelle poche porzioni che mi consentissero
di ricostruire nel modo più completo possibile un dato
fatto. Così, dalle versioni stampate son passato a
quelle telematiche, in modo da poter prendere visione di
un maggior quantitativo di materiale, senza continuare a
gettar via i miei soldi.
Così, oggi, come ogni giorno, ho iniziato la mia
consueta passeggiata nel microcosmo della stampa
italiana on line, sempre meno diversificata e omologata,
e sulla prima pagina del sito “corriere.it” (versione
telematica del Corriere della Sera), dopo un po’ di
Protezione civile e tanto Festival di Sanremo, una
notizia rapisce la mia attenzione: Richard Lynn, docente
emerito di psicologia all’Università dell’Ulster a
Coleraine, in Irlanda del Nord, già noto per le sue
teorie provocatorie, ritiene che esistano differenze
nell’intelligenza degli individui in base alla razza e
al sesso. Così, se una ricerca lo ha portato a sostenere
che le donne sono meno intelligenti perché hanno il
cranio più piccolo dei maschi, un’altra genialità lo ha
indotto ad affermare che la pelle più chiara corrisponde
a una maggiore capacità mentale.
Il Corriere prosegue dicendo che lo scorso anno
questo “studioso” ha pubblicato un suo lavoro sulla
rivista
Intelligence
che ha chiamato in causa direttamente il nostro
Paese. Il titolo è «Le differenze nel QI tra nord e sud
Italia corrispondono a differenze nel reddito,
educazione, mortalità infantile, statura e
alfabetizzazione».
La teoria del luminare anglosassone, in poche parole,
è che il sud Italia è meno sviluppato del nord perché i
meridionali sono meno intelligenti dei settentrionali.
Anzi, mentre nel nord Italia il quoziente intellettivo è
pari a quello di altri Paesi dell’Europa centrale e
settentrionale, più si va verso sud più il coefficiente
si abbassa.
La causa di tali differenze, spiega Lynn, è «con ogni
probabilità da attribuire alla mescolanza genetica con
popolazioni del Medio Oriente e del nord Africa».
Ora, in questa sede, io non voglio dire nulla sulle
teorie del genio di Ulster: la loro infondatezza,
l’idiozia e l’assurdità si commentano da sole. Per non
parlare poi della mancanza assoluta di scientificità
delle affermazioni in esse espresse: manca, infatti, una
definizione del concetto di “intelligenza”, la procedura
di analisi adottata segue regole arbitrarie e gli
strumenti di misura utilizzati sono del tutto
inadeguati.
L’aspetto sul quale, invece, mi preme di soffermarmi
è proprio quello del risalto dato a questa notizia da un
quotidiano che, fino a qualche anno fa, rappresentava
indubbiamente un punto di riferimento nel panorama
dell’informazione italiana, per la sua serietà e la sua
autorevolezza.
Il Corrire della Sera, infatti, anzicchè lasciare a
questa notizia lo spazio che qualunque deriva razzista
meriterebbe, e cioè l’indifferenza più piena e decisa,
le ha offerto gli onori della prima pagina.
Ma il quotidiano milanese è stato capace di fare
anche di meglio. Giudica, infatti, le teorie di Lynn,
semplicemente, “discutibili” e, soprattutto, affianca
alla notizia un sondaggio per i lettori: “Pregiudizio
anglosassone o c’è un fondo di verità?”.
Io credo che il panorama dell’informazione italiana
sia, al giorno d’oggi, tristemente desolante e
pericolosamente diseducativo, ma ritengo, altresì, che
la bassezza raggiunta dal Corriere della Sera con la
pubblicazione di questa notizia sia disarmante e
aberrante.
Non solo si fa assurgere alla dignità di “notizia” un
delirio razzista figlio della crassa ignoranza di un
folle, ma addirittura le si dà talmente tanto spazio da
affiancarle un sondaggio, così da far ritenere che certe
affermazioni possano anche essere, per qualcuno,
condivisibili.
Ma c’è ancora un altro aspetto, ahimè, rilevante e,
cioè, che coloro i quali si sono pronunciati criticando
aspramente le affermazioni pubblicate dal Corriere sono
stati solo e soltanto uomini e politici del Sud. A
riprova del fatto che una parte fondamentale del Paese
non riconosce neppure l’esistenza di una “questione
meridionale” o forse, cosa ancor più grave, se ne
disinteressa deliberatamente. Ancora. Dopo secoli di
soprusi, abbandono e sfruttamento.
Non smetterò mai di invitare i miei amici, come le
persone che incontro ogni giorno e le ragazze e i
ragazzi più piccoli a leggere ed informarsi sempre. Ma
mi rendo conto che le fonti più agevoli sulle quali
contare sono sempre meno.
Oggi, come e più di prima, il ruolo delle famiglie,
delle scuole e delle Università risulta sempre più
decisivo per la formazione delle persone. E non soltanto
su quella culturale ed intellettuale, ma ancor di più su
quella umana, di donne e di uomini padroni e
protagonisti davvero delle proprie vite. |