| La politica e il mondo 
                    giovanile ingiustamente escluso, con questo titolo la 
                    Fondazione Nuovo Mezzogiorno con il supporto del Movimento 
                    Territorio ha organizzato la scuola della democrazia, un 
                    momento di formazione per i giovani under 40. L’evento si è 
                    svolto venerdì 30 novembre e sabato 1 dicembre all’hotel 
                    Garden di Pergusa. Più di centocinquanta giovani hanno 
                    partecipato all’iniziativa, molti di questi hanno dato il 
                    loro contributo attivo all’incontro dibattito dando il loro 
                    personale punto di vista all’interrogativo principale ovvero 
                    il perché dell’esclusione dei giovani dal mondo politico. 
                    All’incontro organizzato nei minimi dettagli dal Dott. 
                    Salvatore Lisi, hanno partecipato anche l’Onorevole Nello 
                    Dipasquale, l’Onorevole Marcello Greco, l’Onorevole 
                    Gianfranco Vullo e l’Onorevole Salvo Lo Giudice, il 
                    Professor Maurizio Caserta, il Professor Pier Luigi Matta, 
                    il Dottor Pietro Murania, il Dottor Antonio Presti, 
                    l’Ingegnere Luigi Bosco  ed il Dottor Severino Santiapichi, 
                    ex magistrato che ha contribuito a scrivere molte pagine 
                    della storia giudiziaria italiana, basti pensare che ha 
                    presenziato quattro dei cinque processi per l’uccisione di 
                    Aldo Moro. Dagli interventi dei giovani, quasi tutti 
                    studenti universitari, è emerso che le nuove generazioni 
                    sono molto confuse e arrabbiate perché la classe politica 
                    non si è mai posta il problema di ascoltarli ma, si ricorda 
                    di loro al momento delle elezioni. Diametralmente opposta la 
                    visione della Prof.ssa On. Alice Anselmo, docente di diritto 
                    amministrativo all’Università Kore di Enna e neo deputato 
                    alla Regione Siciliana che, ha dichiarato sin dall’apertura 
                    dei lavori che tutti i giovani presenti in sala non 
                    rappresentavano tessere elettorali ma giovani capaci e 
                    competenti che rivendicavano il loro diritto ad essere parte 
                    attiva della società e di essere ascoltati dalla classe 
                    dirigente, tanto è vero, ha dichiarato inoltre la Pro.ssa 
                    Anselmo che sarà compito del Movimento Territorio e 
                    dell’attuale governo siciliano ascoltare i giovani e le loro 
                    problematiche e cercare insieme a loro di trovare una 
                    soluzione. Fra gli altri illustri interventi, di grande 
                    impatto è stato quello del Prof. Salvo Andò, Presidente 
                    della Fondazione Nuovo Mezzogiorno e del Movimento 
                    Territorio. Il Prof. Andò ha chiaramente detto di non voler 
                    fare indottrinamento per non ripetere le esperienze del 
                    passato e, ha sottolineato la necessità di capire il 
                    rapporto fra giovani e politica e quello fra quest’ultima e 
                    la società. È assolutamente necessario coprire il vuoto che 
                    si è creato tra la gente e il mondo politico, rintracciare i 
                    valori di riferimento di una società ben ordinata, 
                    individuare la disponibilità dei giovani ad impegnarsi in 
                    politica per stabilire così un rapporto con il territorio e 
                    creare la nuova classe dirigente. La vera novità di questa 
                    iniziativa è stata il modo nuovo di vedere la politica, non 
                    come una isola felice dove sistemarsi economicamente ma un 
                    posto  in cui lavorare in collaborazione con chi ha punti di 
                    vista anche discordanti ma aventi per finalità il bene del 
                    territorio. Fra gli argomenti principali degli interventi 
                    programmati dall’organizzazione, molta attenzione ha 
                    suscitato quello del Dott. Claudio Costantino, incentrato 
                    sul ruolo dei giovani nella formazione di una classe 
                    dirigente e nello sviluppo del Mezzogiorno. Si è discusso 
                    anche del mondo del lavoro grazie all’intervento del 
                    Ingegner  Domenico Crinò dal titolo, La politica, i giovani 
                    e la tutela della professione. Il l’Avvocato Carmelo Calì ha 
                    affrontato il tema del consumerismo come nuova opportunità 
                    in partecipazione civica, Paolo Lisi, giovane agente 
                    assicurativo ha argomentato sul tema I giovani e il modo per 
                    assicurarsi il futuro. L’Avvocato Giuseppe Salerno ha 
                    trattato il tema della disaffezione alla politica e la 
                    ricerca di altro. Dalla discussione in sala è emerso anche 
                    un quadro generale per poter prevedere  il futuro possibile 
                    dell’unione europea, argomento esposto dal Prof. Fausto 
                    Vecchio, alla luce anche della disamina fatta dal Dottor 
                    Mario Verona a proposito del ruolo delle banche nella crisi 
                    economica. Durante la scuola della democrazia si è guardato 
                    anche al passato per riscoprire le tradizioni giuridiche 
                    della nostra società rapportandola al fenomeno della 
                    globalizzazione, grazie all’intervento del Professor Biagio 
                    Andò e a quello del Dottor Salvo Spagano che ha fatto un 
                    excursus sul significato delle scuole di partito, ormai 
                    inesistenti e che, sono necessarie per creare nuovi leader 
                    per la selezione della nuova classe dirigente. Uno sguardo 
                    anche alla politica è stato affrontato anche dal punto di 
                    vista della letteratura con la Professoressa Daniela 
                    Privitera ed il suo intervento dal titolo, Il sogno della 
                    letteratura e della politica come arte del possibile. Dalla 
                    tradizione all’attualità, grazie all’intervento 
                    dell’Ingegnere Pier Francesco Scandura tutti i presenti in 
                    sala hanno appreso la possibilità di un modello di sviluppo 
                    sostenibile, il cosiddetto Patto dei Sindaci, nuovo e 
                    soprattutto vantaggioso sia per le economie dei comuni che 
                    per l’ambiente. Oltre a spiegare tecnicamente l’applicazione 
                    del modello, dall’intervento dell’Ing. Scandura è emerso 
                    anche, purtroppo, il grado di arretratezza della Sicilia ai 
                    nuovi processi, basti pensare che solo un comune siciliano 
                    ha sottoscritto e presentato il Patto dei Sindaci a fronte 
                    dei restanti cinquantanove che vi hanno aderito in tutta la 
                    regione. Fra i giovani presenti si è instaurato subito un 
                    ottimo feeling, tanto è vero che a conclusione del seminario 
                    si è tenuta una serata animata da canti e balli alla quale 
                    hanno partecipato tutti i presenti con grande spirito di 
                    convivialità. Si è parlato di politica a trecentosessanta 
                    gradi e soprattutto dalla scuola della democrazia 
                    organizzata dalla Fondazione Nuovo Mezzogiorno è venuto 
                    fuori che i giovani non sono bamboccioni né choosy come 
                    hanno dichiarato esponenti del governo nazionale precedente 
                    ed attuale. I giovani siciliani hanno dimostrato di essere 
                    pronti e voler riprendere in mano le redini della propria 
                    terra, la generazione attuale vuole partecipare attivamente 
                    alla società ed alla politica per creare il proprio futuro e 
                    contribuire a rendere meno difficile quello delle 
                    generazioni future. |