Favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo.
 
 
 
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Le finalità della Fondazione

 
La Fondazione si propone di agevolare il formarsi di una cultura dello sviluppo nelle regioni più deboli del paese con particolare riferimento alla regione Sicilia. In questo senso occorre creare azioni sinergiche tra le regioni meridionali finalizzate a realizzare in Sicilia efficienti politiche della formazione, nonché a favorire tutte le forme di partecipazione orientate ad una migliore tutela dei diritti. In questo contesto è importante favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo, individuando nella Sicilia il territorio ideale per ubicare iniziative culturali che facciano di essa un vero e proprio hub della conoscenza.
 

Gli impegni
     
 

Nel perseguimento dello scopo istituzionale, la fondazione si impegna a:

a) svolgere ricerche e corsi di formazione che mirino a diffondere la cultura della partecipazione consapevole;
b) promuovere attività editoriali limitatamente allo scopo istituzionale;
c) divulgare le proprie iniziative attraverso i mass media e la rete internet;
d) organizzare in Sicilia convegni e incontri a livello nazionale ed internazionale per facilitare il dialogo tra i popoli del mediterraneo;
e) svolgere indagini finalizzate alla migliore conoscenza delle condizioni di vita dei popoli della regione mediterranea;
f) supportare attraverso la documentazione e la ricerca le attività delle istituzioni impegnate negli ambiti in oggetto;
g) diventare membro di altre organizzazioni e stipulare convenzioni con altre istituzioni

 
     
 
 
   
   


 

Elezioni amministrative. Intervista a Salvo Andò
 


 

"La Borsellino?
Speravo in un giovane"

Francesco Bianco

 

3 novembre 2011 -  “Siamo in una fase politica in piena evoluzione. In Sicilia, poi, si è portata avanti un’operazione di scomposizione del quadro politico a 360 gradi e non si vedono ancora segnali di ricomposizione. Alla Regione si è registrata una sorta di liberalizzazione delle alleanze dove tutti possono stare con tutti. Esistono due posizioni nel Pd, tre o quattro nell’area Pdl, c’è un Centro che ha come punto fermo l’Udc insieme ad una aggregazione che si muove, con geometrie variabili. Tutto questo accresce la difficoltà a riportare nell’Isola quelli che sono i paradigmi della politica nazionale”.

Questa la fotografia del complicato quadro politico italiano, e siciliano in particolare, scattata da Salvo Andò, ex ministro della Difesa e storico esponente del Psi degli anni d’oro.

Il rettore dell’università Kore di Enna, parlando a BlogSicilia e sollecitato sulla candidatura a sindaco di Palermo di Rita Borsellino, ha le idee ben chiare. “Ha già fatto diverse candidature, una persona rispettabile, ma non so se in una situazione di questo tipo può accendere grandi passioni. Francamente mi auguravo venissero fuori dei giovani nei diversi schieramenti e invece siamo sempre davanti a riproposizioni di contesti antichi”.

In merito, poi, al dibattito aperto più che mai dal ‘no’ della stessa Borsellino di aprire al Terzo polo, Andò va subito al sodo senza tanti giri di parole: “Se bisogna correre solo per testimoniare un’alternativa possibile e del tutto rispettabile, va bene. Ma se, come immagino, a Palermo si corre per vincere, bisogna puntare ad avere una coalizione larga. Del resto in Sicilia – osserva lucidamente – avviene una cosa strana: quali sarebbero le discriminanti nei confronti dei centristi? Culturali o antropologiche? La diversità antropologica, oggi, non è più comprensibile, perché non ve ne si può ricordare solo alla vigilia delle elezioni. Se è antropologica –ribadisce Andò – lo dice la parola stessa, c’è da sempre. Mi pare poi che a livello regionale la stragrande maggioranza del Pd ha sostenuto il governo Lombardo”.

Secondo il politico di Giarre “oggi emerge sempre più una certa volontà di spiegare che le alleanze si compongono in base alle capacità delle risoluzioni concrete delle questioni. Questa è una delle giustificazioni per spiegare la trasversalità dell’attuale esecutivo regionale. Non vedo perché questa linea non possa e non debba valere anche per l’amministrazione di Palermo che, mi pare di comprendere, non versi in ottime condizioni”.

L’ex parlamentare socialista fa luce sul preciso momento politico di Palermo in seno al gruppo che sosterebbe Rita Borsellino per la corsa a Palazzo delle Aquile: “È vero che siamo ancora a dei segnali di fumo e che non si è entrati nel vivo della costruzione di una coalizione, ma una decisione va presa celermente in termini di alleanze”.

Andò consiglia dunque ai Democratici di “decidersi una volta per tutte. O riconoscono come fallita l’esperienza dell’esecutivo regionale considerando come non più proponibile quel tipo di ‘tagliando’, oppure insistano bissando a Palermo ciò che già avviene all’Ars poiché, contrariamente, la gente non capirebbe”.

Salvo Andò che ebbe un brevissimo e ‘travagliato’ transito proprio nel Pd tra il 2007 e il 2008 ricorda infine che a Palermo “si va verso una campagna elettorale molto dura e c’è un gran bisogno di chiarezza. Il nostro capoluogo infatti non è uno dei tantissimi ‘comunelli’ siciliani e l’esito elettorale avrà certamente un valore simbolico di grande rilevanza…”. Chi vuol intendere intenda.
 

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