Favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo.
 
 
 
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Le finalità della Fondazione

 
La Fondazione si propone di agevolare il formarsi di una cultura dello sviluppo nelle regioni più deboli del paese con particolare riferimento alla regione Sicilia. In questo senso occorre creare azioni sinergiche tra le regioni meridionali finalizzate a realizzare in Sicilia efficienti politiche della formazione, nonché a favorire tutte le forme di partecipazione orientate ad una migliore tutela dei diritti. In questo contesto è importante favorire il dialogo culturale in tutte le sue forme tra i paesi della sponda Nord  e quelli della sponda Sud del Mediterraneo, individuando nella Sicilia il territorio ideale per ubicare iniziative culturali che facciano di essa un vero e proprio hub della conoscenza.
 

Gli impegni
     
 

Nel perseguimento dello scopo istituzionale, la fondazione si impegna a:

a) svolgere ricerche e corsi di formazione che mirino a diffondere la cultura della partecipazione consapevole;
b) promuovere attività editoriali limitatamente allo scopo istituzionale;
c) divulgare le proprie iniziative attraverso i mass media e la rete internet;
d) organizzare in Sicilia convegni e incontri a livello nazionale ed internazionale per facilitare il dialogo tra i popoli del mediterraneo;
e) svolgere indagini finalizzate alla migliore conoscenza delle condizioni di vita dei popoli della regione mediterranea;
f) supportare attraverso la documentazione e la ricerca le attività delle istituzioni impegnate negli ambiti in oggetto;
g) diventare membro di altre organizzazioni e stipulare convenzioni con altre istituzioni

 
     
 
 
   
   


 

 

Emanuele Macaluso e il
nuovo corso del Riformista

 

Giovanni Ranno *

 

Il primo Maggio Emanuele Macaluso ha firmato il suo primo editoriale da direttore del Riformista. In quelle righe Macaluso ha esposto a chiare lettere la linea che il giornale intende seguire: offrire ai lettori una testata riformista che vuol “contribuire alla costruzione di un grande partito della sinistra” che si ispiri a “quel riformismo che richiama il socialismo democratico italiano ed europeo, le sue conquiste sociali, politiche e civili” ma anche “le grandi innovazioni politico-culturali”.

Ciò sarà perseguito fornendo “un’informazione corretta e puntuale, il dialogo e una lotta politica con le forze che oggi confluiscono nel centrosinistra”, a partire dai problemi del paese elusi dal berlusconismo imperante.

L’intento è quindi quello di lavorare per un rinnovato e forte impegno politico culturale all’insegna di quel richiamato autentico riformismo, ancora moderno e in grado di stimolare sviluppo, giustizia e libertà in una società come la nostra che il centrodestra conservatore ha spinto verso una deriva in cui prevalgono disagi, ingiustizie, prevaricazioni e divaricazioni sociali, fenomeni che si sviluppano ancor più incontrastati nella grande confusione in cui oggi è caduto ciò che resta della politica ma anche della libera e autonoma informazione, con pesanti conseguenze sul nostro vivere nella società civile.

Risulta esemplare la chiarezza con la quale Macaluso enuncia i propri intenti e la linea editoriale che intende perseguire il giornale che si accinge a dirigere. Eppure ha già dovuto confrontarsi con un certo giornalismo che con il suo stile si confà a quel clima di confusione cui prima si accennava, pur nell’ambito di prestigiose testate.

Infatti, in una intervista rilasciata a  Christian Rocca per Il Sole 24 Ore, alla domanda se volesse guidare un partito piuttosto che un giornale, dopo aver premesso che un altro partito non serve, Macaluso ha dovuto ribadire che intende soltanto dirigere un giornale “capace di avviare un dibattito culturale e una battaglia politica in tutta l’area della sinistra”, mettendo ordine nelle varie questioni a partire proprio dall’idea di riformismo, di cui ormai tutte le parti politiche si sono appropriate, che non può che essere “quella tradizionale, storica, socialista che va da Turati alla costruzione del welfare state, dalla laicità dello stato alla libertà individuale” la cui “radice essenziale è quella del mondo del lavoro, dell’uguaglianza, della gradualità”.

Sentiamo quindi di dover esprimere la nostra riconoscenza a Emanuele Macaluso per avere oggi, dall’alto dei suoi 87 anni, accettato con l’entusiasmo di sempre questo nuovo impegno, sicuro esempio per quei tanti giovani che, delusi per le scarse speranze e opportunità che a loro si offrono, rifuggono l’impegno politico, sociale e culturale.

Ma il nuovo impegno di Macaluso deve anche rappresentare uno stimolo per la ripresa di una seria ed efficace azione politica da parte delle forze del centrosinistra della Sicilia e in generale del mezzogiorno, che rappresentano quelle aree del paese maggiormente penalizzate dalla stasi e confusione politica.

Auspicando quindi che la traccia indicata dal neodirettore del Riformista possa essere accolta e sviluppata da un nuovo corso della politica del centrosinistra a partire dal mezzogiorno d’Italia, auguriamo buon lavoro a Emanuele Macaluso, certi che nel futuro egli saprà essere ancora un chiaro riferimento per tutti quelli che si riconoscono nei valori da egli richiamati, nell’intento di salvaguardarli per trasmetterli alle future generazioni.

 

*Socio Fondazione Nuovo Mezzogiorno
 

 
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