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                    Nell'Aula Magna della Corte d'appello di Messina, gremita di 
                    avvocati, magistrati, e soci del Rotary si è svolto il 
                    convegno sul tema «Giustizia fra rissa e riforme», promosso 
                    dalla Fondazione Nuovo Mezzogiorno, dall'Ordine degli 
                    Avvocati e dal Rotary club Stretto di Messina. Dopo il 
                    saluto del presidente della Corte d'appello dott. Nicola 
                    Fazio, sono intervenuti i rappresentanti degli enti 
                    organizzatori, prof. Maurizio Triscari (in rappresentanza 
                    del governatore del distretto Rotary-Sicilia Malta), l'avv. 
                    Francesco Marullo di Condojanni (presidente dell'Ordine 
                    degli avvocati) e l'on. Francesco Barbalace (vice presidente 
                    della Fondazione Nuovo Mezzogiorno) che hanno indicato le 
                    ragioni dell'iniziativa. La relazione introduttiva è stata svolta dal dott. Franco 
                    Providenti. Il relatore ha indicato nell'esercizio 
                    dell'azione penale la prima causa di conflitto. 
                    L'obbligatorietà spesso si trasforma in discrezionalità per 
                    l'impossibilità delle Procure di approfondire tutte le "notitiae 
                    criminis" pervenute. Il problema non può essere risolto 
                    neanche dalle "scalette di priorità" formulate dai singoli 
                    uffici perché le priorità sono frutto di scelte 
                    discrezionali che soltanto il Parlamento può disporre. Il 
                    relatore ha successivamente sostenuto che la Costituzione 
                    vigente non impedisce che sia disposta la separazione fra le 
                    carriere giudicanti e requirenti, a condizione che sia 
                    mantenuta ai pm l'indipendenza e l'autonomia prevista per i 
                    giudici. Sarebbe necessario prevedere due Consigli superiori 
                    della magistratura separati ma con analoga composizione, per 
                    requirenti e giudicanti o due sezioni autonome di un solo 
                    Csm. La separazione garantirebbe maggiore "terzietà" ai 
                    giudici e migliore "professionalità" ai pm. La costituzione 
                    prevede che proprio all'interno del Consiglio superiore 
                    della magistratura dovrebbero risolversi i conflitti fra 
                    Parlamento e magistratura, attraverso il dialogo fra la 
                    componente eletta dal Parlamento e quella eletta dai 
                    giudici. Su questo punto il dott. Providenti ha auspicato la 
                    modifica della legge elettorale in senso uninominale per 
                    l'elezione al Csm, in modo da contenere il potere delle 
                    "correnti dell'Anm". Anche l'"autorizzazione a procedere" 
                    prevista dall'articolo 68 della Costituzione era posta a 
                    garanzia dell'equilibrio fra i poteri, ma di fatto si è 
                    trasformata in privilegio concesso facilmente a tutti i 
                    parlamentari.
 Hanno successivamente preso la parola l'avv. Ettore Randazzo, 
                    il Presidente del Tribunale di Messina dott. Giovanbattista 
                    Macrì, l'avv. Carlo Vermiglio, il sostituto procuratore 
                    generale Melchiorre Briguglio, l'on. Salvo Torrisi ed il 
                    sen. Giampiero D'Alia. Infine l'on. Salvo Andò, presidente 
                    della Fondazione Nuovo Mezzogiorno, ha concluso i lavori 
                    osservando, che da tutti gli interventi si è evidenziato il 
                    malessere di una società che non ha trovato un equilibrio 
                    socio-politico dopo la crisi dei primi anni novanta. Ha 
                    auspicato il risorgere di un sentimento di identità intorno 
                    ai valori della Costituzione, che consenta la rifondazione 
                    dello stato democratico con la conseguente attuazione delle 
                    necessarie riforme che rendano efficace e concreta la nostra 
                    Giustizia.
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